lunedì 2 maggio 2016

see ya later, alligator!

Usually it would be better to write these lines in Italian, but I am not doing this to gain clicks in this blog. This time my biggest thanks go to the guys I've been with during these last three-longest-&-best-experienced-days of my life. I feel obliged to remember the Votebash team in this post, because without Votebash Distinct could not have lived such an intense experience as The Collision. Many many thanx to everyone, guys! Expecially to:

Martijn: thanks a lot!  You gave another time a good credibility  to Distinct, offering us the possibility to come there & see how good ideas should grow in the right way. Keep on believing in your great vision of the world & consider us a part of it! Votebash is the solution the world is waiting for, we are sure of it!

All the courious guys that invaded Votebash stand the third day: thanks for your curiosity! It is the clearest proof that Votebash is working in the right direction. Soon we'll be available with the api that most of you asked us for.

New Orleans: a town everyone should visit for its colors, music, madness of an amazing mix of cultures! Thanks for hosting one of the biggest tech event like The Collision. Hope to come soon again and visit you up & down as a tourist!

Have we missed someone? Yes! Our families, friends & all the people that helped us in fulfilling again what we first see as impossible! Thanx to everyone; we really feel like you were there with us!

- The Distinct team

martedì 26 aprile 2016

New Orleans VS D-ISTINCT & VOTEBASH

Essere a New Orleans in queste ore significa vedere in anteprima alcune delle scoperte più innovative del mondo, progetti le cui applicazioni vedranno la luce  forse fra qualche anno.

Come al solito noi italiani usciamo spiazzati. Dall'immaginario di sviluppatori qui spariscono termini come Hackathon o accelerator, ed ancora una volta appaiono sul podio la formazione, l'educazione e la condivisione delle conoscenze. Nulla di nuovo quindi rispetto ad agosto scorso, quando a Raleigh siamo  stati per incubatori e finanziatori?

Non proprio. Essere qui a questa edizione del collision 2016, in questa cornice per certi aspetti poco verosimile per un evento come questo rende il tutto più strano, ma a ben vedere un senso che tiene locatio, collision e noi "italiani in gita" c'è davvero.
Qui D-istinct ha incontrato Europei, Asiatici, gente da tutto il mondo. Addirittura alcune startups sono talmente legate al loro territorio d'origine da risultare uniche e non replicabili altrove. ed allora dove sta la novità; cosa hanno in comune New Orleans e questo evento?

Forse lo si capisce girando per le strade e vedendo il mix di culture che questo posto rappresenta, dove dal quartiere francese ai vicoli dove i jazzman e performers di ogni tipo cercano di venire fuori pensiamo si possa trovare la risposta.

Forse proprio questo c'è in comune. Quel volersi mettere in gioco da TUTTE le parti  che altrove è solo possibile immaginare. Abbiamo visto un'organizzazione simile ma forse meno tecnica all'expo2015a Milano. Qui i ruoli con cui si può partecipare sono tantissimi, da beta tester,a addetto stampa, a sviluppatore, a finanziatore, a partecipante....Ognuno riconosce subito chi gli interessa visualizzare, o va li per scrivere codice con quelli come lui cercando la dritta giusta. Descrivere in poche righe cosa succede ovunque li è impossibile, Oggi comunque Votebash ha presentato il progetto di fronte ad una giuria che pareva interessata,  e vedremo se domani passeremo la prima selezione dei finalisti.

Incrociate le dita, fate il tifo per noi e restate sintonizzati!

martedì 25 agosto 2015

USA: Note a piè di pagina

Abbiamo perso tutto. La cognizione del tempo, il conto dei giorni, dei chilometri percorsi e dei volti incrociati e conosciuti. Delle parole spese pro e contro questo e quel progetto. dei pranzi di lavoro (anche più di uno nella stessa mattinata), delle ore attese fra uno scalo e l'altro e degli sguardi stupiti mentre il più piccolo fra noi prendeva per la prima volta un'aereo e vedeva un posto che non aveva potenzialmente limiti ai suoi occhi e che ricorderà questo viaggio come il migliore della sua vita.

Abbiamo perso opportunità perchè mentre eravamo girati a coglierne altre ci passavano dietro alle spalle scappando via veloci. Abbiamo perso la possibilità di prenderle fino alla prossima volta, sicuri che per essere stati in un posto così forse tutto nella vita passa troppo velocemente  per lasciar scappare  così dei momenti e delle situazioni che vanno vissute, per ritrovare l'entusiasmo che ci fa sentire in un senso o nell'altro distanti da casa.

E ci si perdonino gli errori ortografici, soprattutto per chi ci ha aiutato o creduto in noi con un like, permesso di essere li, a lavorare, a divertirsi  e a tornare con una speranza grossa così. perchè certe esperienze ti arricchiscono e basta, ti aiutano a vedere in fondo e a capire che i piccoli rifiuti e gli ostacoli di oggi forse hanno un senso se continui a credere in quello che sei e che fai con la giusta visione d'insieme, soprattutto quando a fianco di chi ti raccoglie da terra quando pensi sia tutto finito e ti fa capire che se ci credi quello è il tuo  destino e vale la pena di rialzarsi dal fango e guardare in'alto.

Abbiamo davvero perso tutto, ma ne è valsa la pena, perchè aver lasciato o essere stati lasciati ci  ha permesso di crescere, di espandere i nostri orizzonti e contatti e di arrivare dove pochi avrebbero potuto al posto nostro.

Grazie Votebash, grazie Mr Atell per credere in Noi. e arrivederci a presto!

mercoledì 19 agosto 2015

USA, Giorno #3: Sokoban high school

Sokoban è un vecchissimo (e relativamente semplice nella programmazione) videogioco che andava in voga nei pc negli anni 80: un omino rinchiuso in un labirinto doveva spingere alcune casse in una stanza per passare al livello successivo. Cos'hanno in comune D-IStinct, 30 persone, la città di Durham e questo videogioco? Semplice! tutti erano presenti ad un seminario su Ruby on Rails tenutosi appunto a Durham (NC) durante il quale i partecipanti dovevano presentare le loro versioni di programmazione scritte appunto in Ruby di questo videogioco. Cosa c'è da imparare da questo evento dove si sono visti e conosciuti individui da 20 a 70 anni (e questo la dice lunga su chi pensa che per essere startupper si debba avere 20 anni...)? Innanzi tutto forse che da un'esperienza comune si possa imparare molto di più che stando da soli di fronte ad un monitor.

Ma c'è molto di più....negli hackathon dove sono stato l'esperienza era diversa, le regole erano più ampie e c'era un vincitore. e nei seminari o nei webinar dove sono stato /che ho ascoltato un spiegava e gli altri ascoltavano. Qui ancora una volta gli states si disctinguono: tutti fanno la stessa cosa, ognuno a modo suo. Poi a turno tutti la presentano e gli altri capiscono come avrebbero potuto farla meglio, imparando dagli altri ed ottimizzando il loro modo di lavoro. Il tutto ovviamente fra pizza, birra e tante risate.

Un'altra grande lezione imparata? Assolutamente, soprattuto per il fatto che in una così imprtante fase di divulgazione delle informazioni l'assenza di competitività rende tutti uguali e cooperativi e produttivi. Questa, come detto, è un ottimo metodo per imparare senza stress e più velocemente. A questo punto non vediamo l'ora di scoprire cosa ci riserverà oggi questa nuova Silycon Valley!

lunedì 17 agosto 2015

USA, Giorno #2: Adopt an Highway

Mentre apro il blog per scrivere queste righe vedo che da oggi (almeno qui negli states dove D-Istinct si trova per collaborare con Votebash) Google mi propone di aprire un dominio per collegare il blog. Un'ottima alternativa ad nostro vetusto Aruba? Vedremo... Comunque. Secondo giorno: breve puntatina da Toys'R'Us (che ora ha aperto anche il co brand children'R'Us) per fare incetta di action figures e saziare quel mai sopito spirito geek (e per vedere il figlio svenire per terra alla vista di quell'impossibile ben di Dio) e dopo,sulla via del ritorno ti vedo nell'ordine: -Fila di persone vestite con caschi e pettorine a bordo di segway; penso che forse ci siano delle scuole guida per segway,ma poi il boss mi fa capire che sono comitive che ettettuano giri turistici di Raleigh. E questo ancora una volta mi fa capire come un'idea che da italiano possa sembrare così idiota possa garantirti, a fronte di un' investimento relativamente contenuto, una possibilità per fare impresa qui. -Poi l'illuminazione: sulla via di casa in una di quelle che per noi è un'autostrada a quattro corsie e per loro è una extraurbana secondaria Leggo un cartello :"Adopt an Highway". Rido. perchè fa ridere, perchè può essere uno scherzo. Ma prima di tentare di vederla come un'emmerigano e cogliere l'effettivo potenziale Martijn mi dice che Adopt an highway è un'iniziativa Nazionale che privatizza le autostrade (DOVE RICORDO CHE NON SI PAGA IL PEDAGGIO) vendendole alle enterprises o ai privati se se lo possono permettere. Ma allora se io spendo 2 o tre milioni di dollari per comperare e mantenere la strada dove ci quadagno? Semplice. posso chiamarla Mario Rossi street se mi chiamo Mario Rossi. o Google street se mi chiamo google; magari per uno o due anni. poi la restituisci o la rivendi, magari alla Coca Cola company che nel frattempo ha costruito in quella strada il suo headquarter.... Ovviamente sta a te, come detto, curare la strada, e tutti quelli che passeranno vedranno il tuo nome, al contrario, se non farai il tuo dovere, se da un lato lo stato ti multerà dall'altro la gente ti eviterà come la peste. un simpatico sistema di autogestione, visto che una volta tanto il ritorno dell'investimento è pubblicitario diretto e non sui costi derivati dalle vendite di spazi pericolosamente a bordo strada appartenenti a terzi con conseguenti costi di intermediazione. che paese genialmente allucinante ;) !

domenica 16 agosto 2015

USA: Giorno #1: il nonsenso del buonsenso

Gli americani hanno tutto. non si voglia cogliere un acquisito o rinnovato spirito nazionalistico verso un paese con dei difetti come tutti gli altri, ma gli americani hanno davvero tutto. E troppo di tutto. Non è veramente una frase scontata. Ho portato qui D-Istinct per lavoro, ed uscendo dal consueto ruolo di turista, parlando con la gente che vive qui e che lavora con me ho capito una cosa: quando hai troppo di tutto al punto tale da non averne bisogno, perdi la necessità di rubare, e se questo ti porta ad un'inevitabile spreco da un lato, dall'altro ti evita di soffermarti di fronte ad una televisione di 40 pollici posizionata all'aperto in piscina in un complesso residenziale (quindi non un'hotel, ma un complesso di appartamenti abitato da decine di famiglie) e pensare di rubarla. La tv è li, ma non la rubi, come le tovaglie, il kit di pulizia per la piscina, o i barbeque a gas con frighetto esterno che TUTTI possono usare (e che tutti puntualmente puliscono dopo aver usato) Il consumismo sfrenato ha generato tutto questo? c'è chi lo condanna? lo capisco benissimo. Puntualmente a questo punto penso che sul pianeta terra nel 2015 si muore ancora di fame, e forse tutto questo è folle da un punto di vista ma mi si permetta di fare una veloce riflessione prima di essere ingoiato da questo girone Dantesco per il giorno 2: Non si pensi che tutto il male viene infondo per nuocere, L'opulenza di questo paese non è destinata a fermarsi, non ci sarà mai un limite, ma se magari in qualche maniera si riuscirà (e sta già succedendo in maniera sempre più esponenziale) ad educare il mondo a vedere tutto e a toccarlo con mano ci sarà la possibilità di aiutare chiha meno ad avere quel poco in più per stare meglio e togliere a china di più quel poco che per lui non farà la differenza. P.S. ad una scansione diricerca della rete per strada le reti spuntano come funghi, alle toppe della corrente ci sono le prese usb. ed è solo il primo giorno...

martedì 9 giugno 2015

Digital delivery, crowfunding e la terra promessa

Giusto ieri parlavo con un amico che ha appena fatto un cd sul fatto che, secondo me, ormai il supporto fisico è morto. Cioè, a parte il vinile ormai il cd è morto. Il vinile non morirà mai, ha il solo difetto che la schiera di quelli che potranno permetterselo saranno sempre meno e che quindi il vecchio disco si ritaglierà nel tempo una fetta sempre più esigua di mercato. Inutile dire che ovviamente il mio amico era a dirmi che mi sbagliavo e che la rete appiattisce tutto quanto. Inutile dire quanto penso si sbagliasse. Inutile dire quanto ormai anche i supporti più recenti (leggi blu ray) vedano crollare il loro costo prematuramente. Cosa sta succedendo al mercato artistico/musicale mondiale? Succede che la gente sta inesorabilmente scegliendo la via più facile che, se ieri era la pirateria, oggi è volere tutto e subito e molto più velocemente di ieri. che una risorsa come spotify sia utilizzata ormai da tutti ne è la prova lampante: tutta la musica subito, gratis. Bellissimo. E se sei nessuno e nessuno ti conosce? a cosa serviranno i vari bandcamp, kickstarter, o avere un tuo e commerce o essere in un qualsiasi apple store o marketplace? Perchè è questo il punto. se hai una major o un investor che crede nella tua idea in teoria si fa, ma se sei in un paese chiamato italia dove il modello di business è fermo a 20 anni fa? La mia risposta è semplice. che si produca una app, un film o un disco è inutile dare la colpa a bandcamp perchè li ci sono milioni di band e di dischi scadenti (cosa fra l'altro vera), perchè la verità è una sola. Bisogna crederci fino in fondo. Informarsi su quello che la tecnologia è in grado di fare per le nostre idee e far di tutto per realizzarle. è triste che i supporti muoiano giorno dopo giorno? certo che si. Non è detto che debba piacerci, anche se la proprietà digitale infondo ha anche i suoi vantaggi. Ma il fatto è che se vogliamo stare al gioco bisogna capire il mondo che cambia, reimparare a nuotare, e fare quello che facciamo meglio degli altri, perchè alla fine le possibilità in un mare così grande ci sono, e qualcuno finisce con il riuscirci. e nella futura assenza di rimorsi per averci almeno provato, si tratta di continuare a crederci e di fare le cose sempre meglio. Altrimenti forse vorrà dire che non siamo stati abbastanza bravi a farle o che forse, non ci abbiamo creduto abbastanza